Il diritto al congedo della badante

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità. Tra i normali incarichi di una badante Milano è inclusa l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Milano vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (badante a ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti invece vivono con la persona di cui si prendono cura (badante convivente); altre ancora lavorano durante la notte per le problematiche della persona da assistere (badante notturna).

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine. Si tratta quindi di una figura professionale a tutti gli effetti, i cui diritti e doveri sono specificamente regolamentati dal contratto collettivo nazionale del lavoro domestico

Il congedo della badante a Milano: quando e come può essere richiesto secondo la legge 

Trattandosi di un lavoratore a tutti gli effetti, anche il collaboratore domestico gode dell’opportunità di usufruire del congedo per il diritto allo studio, il matrimonio, la maternità e in caso di donne vittime di violenza.

Tenuto conto della funzionalità della vita familiare, il datore di lavoro favorirà la frequenza della badante a corsi scolastici per il conseguimento del diploma di scuola dell’obbligo o di specifico titolo professionale; un attestato di frequenza deve essere esibito mensilmente al datore di lavoro. Le ore di lavoro non prestate per tali motivi non sono retribuite, ma potranno essere recuperate a regime normale.

In caso di matrimonio spetta al lavoratore un congedo retribuito di 15 giorni di calendario. Al lavoratore che usufruisca del vitto e dell’alloggio spetta, per il periodo del congedo, il compenso sostitutivo convenzionale. La retribuzione del congedo sarà corrisposta a presentazione della documentazione comprovante l’avvenuto matrimonio.

Il lavoratore potrà scegliere di fruire del congedo matrimoniale anche non in coincidenza con la data del matrimonio, purché entro il termine di un anno dalla stessa e sempre che il matrimonio sia contratto in costanza dello stesso rapporto di lavoro.

In Italia i collaboratori domestici hanno diritto al congedo di maternità in base alla legge sul lavoro domestico. Il congedo di maternità per le lavoratrici domestiche segue le stesse normative applicate ad altri lavoratori, con alcune differenze legate alle specifiche condizioni del lavoro domestico.

Le lavoratrici domestiche in Italia hanno diritto a un congedo di maternità retribuito, che di solito inizia prima del parto e prosegue per un periodo di tempo stabilito dopo la nascita del bambino. La durata del congedo e i dettagli variano a seconda della situazione specifica, ma in generale, le lavoratrici domestiche godono di tali benefici.

Per finire vediamo le norme per il congedo per le donne vittime di violenza di genere: nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, debitamente certificati dai servizi sociali del Comune di residenza o dai centri antiviolenza o dalle case rifugio, ha il diritto di astenersi dal lavoro per motivi connessi al percorso di protezione per un periodo massimo di tre mesi.

Ai fini dell’esercizio del diritto di cui al presente articolo, la lavoratrice, salvo casi di oggettiva impossibilità, è tenuta a preavvisare il datore di lavoro con un termine di preavviso non inferiore a sette giorni, con l’indicazione dell’inizio e della fine del periodo di congedo e a produrre la certificazione attestante l’inserimento nei percorsi di cui al precedente comma.

Il periodo di congedo è computato ai fini dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti. Durante il periodo di congedo la lavoratrice ha diritto a percepire un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione e il periodo medesimo è coperto da contribuzione figurativa che è corrisposta direttamente dall’Inps.

Il congedo può essere usufruito su base oraria o giornaliera nell’arco temporale di tre anni.

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